A cura di Zar@

Il pianeta va salvato. L’incredibile scoperta si deve alla giovane attivista svedese di cui tanto si è parlato in questi giorni. Nessuno se n’era accorto prima. Né la politica né l’opinione pubblica.
Seguendo l’esempio della giovane Greta, il venerdì è diventato per gli adolescenti di tutto il mondo il giorno delle manifestazioni per il clima e il pianeta.
Incredibile come un hashtag possa risvegliare coscienze e mobilitare masse di persone in tutto il mondo.
Anche l’ecologia richiede la giusta promozione per diventare tema interessante.
Passano sotto silenzio e vengono ignorati gli effetti del riscaldamento globale che sono davanti agli occhi di tutti, basti pensare agli eventi climatici di proporzioni inaudite che sempre più spesso si verificano anche nel nostro Paese o alle tante persona malate di tumore o morte nelle aree più inquinate.
A queste cose non segue alcuna mobilitazione o indignazione di massa. Non sono abbastanza social. Non sono abbastanza glamour.
Se non altro se ne parla, si dirà. Giusto. Chissà per quanto. Gli hashstag hanno un effetto grande ma di durata breve.
La vera coscienza ecologica richiede azioni concrete, difficili da mettere in campo per adulti e ragazzi, in un’epoca di consumismo e dipendenza da tecnologie che si alimentano dello sfruttamento ambientale e, spesso, umano.
Occorrerebbe adottare, individualmente e tutti insieme, la logica del meno. Rinunciare a qualcosa. A tanto.
Quanti sono davvero pronti a farlo?
