A cura di Redazione
Il romanzo di Saramago ripercorre la vita di Gesù di Nazareth, attingendo in parte ai vangeli apocrifi e in parte all’immaginazione, guidata dalla personale interpretazione dell’autore, di temi eterni come l’esistenza del bene e del male e il senso complessivo dell’essere al mondo.
Se si trattasse dell’aspetto storico o teologico, verrebbe da dire “niente di nuovo sotto il sole”, ma non è così. Nel libro non ci sono soltanto le riserve e le obiezioni classiche, sollevate dalla ragione umana di qualsiasi epoca storica, Medioevo Compreso, di fronte la mistero della rivelazione, della fede in un dio che si fa uomo e che salva.
Non c’è solo la consueta argomentazione contro l’esistenza di dio, a partire dall’esistenza del male e della sofferenza, dalla constatazione dell’ingiustizia e della sofferenza innocente o il voler evidenziare le contraddizioni, i paradossi, della narrazione evangelica e biblica.
Intanto c’è una scrittura che non scopriamo noi, meravigliosa.
Inoltre, l’immaginazione si somma alla ragione filosofica per rappresentare in maniera icastica il dialogo, il faccia a faccia, tra Dio e Satana, dall’esito inatteso e fantastico.
Vale la pena leggere le pagine dense e dettagliate, seguire la narrazione lenta e intensa, per arrivare al fulcro di questo bel romanzo che rovescia la prospettiva assodata di un uomo dio e di un bene assoluto. Ci si emoziona, a leggere certi passaggi del libro.
Non può mancare tra le letture di chi apprezza questo scrittore.