21 anni senza Fabrizio De André, scomparso l’11 gennaio 1999.

A cura di Zar@

Faber è immortale, come lo sono i geni.

Tracciando un solco profondo nella storia della musica, ha seminato parole, note e profonda umanità, che hanno fatto germogliare quella bellezza ineguagliabile che per ognuno di noi è dono perenne e irrinunciabile.

Eppure sono passati 21 anni dalla perdita di questo grande artista, genovese per nascita e sardo per elezione.

Oggi vogliamo ricordare e ringraziare Fabrizio, per il suo sguardo puntuale e acuto sul mondo, così misericordioso nei riguardi degli ultimi, così implacabile verso i potenti e le loro angherie. Per il suo essere (tuttora) fuoco che illumina e scalda menti e cuori. Lungimirante come solo un classico sa essere.

Il nostro grazie arriva insieme alla nostalgia, con il testo di una canzone bellissima che tanto gli somiglia: Amico fragile.

Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d’attenzione e d’amore
troppo, “Se mi vuoi bene piangi “
per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo “Mi ricordo”:
per osservarvi affittare un chilo d’erba
ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
senza rimpiangere la mia credulità:
perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voi,
ero molto più curioso di voi.E poi sospeso dai vostri “Come sta”
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo “Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un’ora al mese di te”
“Lo sa che io ho perduto due figli”
“Signora lei è una donna piuttosto distratta.”
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell’ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi.Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a vederle spalancarsi la bocca.
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me.
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo.
Potevo chiedervi come si chiama il vostro cane
Il mio è un po’ di tempo che si chiama Libero.
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.

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