Recensione: Il bacio della donna ragno.

A cura di Zar@

Il bacio della donna ragno è un libro scritto da Manuel Puig, uno degli autori più importanti della letteratura argentina contemporanea, edito da SUR.

Al costo di 16,50 euro mi sono concessa una lettura fuori dai ranghi e piacevolissima, oltre che molto emozionante.

Il libro racconta le vicende di Valentin Arregui, il giovane leader di un movimento politico dissidente, e Luis Molina, quarantenne omosessuale.

I due si incontrano in un carcere di Buenos Aires, dove sono detenuti per reati di tipo diverso.

Altrettanto diversi sono, in apparenza, i due personaggi, non solo per le tendenze sessuali, ma per l’approccio alla vita.

La trama si sviluppa con lunghi intermezzi rappresentati dai racconti di vecchi film patinati, con i quali due carcerati si intrattengono reciprocamente. Attraverso i film e i personaggi degli stessi, il tempo scorre meno lento e oppressivo e capita di immaginarsi altrove e più liberi.

La scrittura è dialogica e quasi cinematografica. L’opera presenta delle sequenze visive di vita vissuta dentro e fuori dal carcere, mentre nel confronto dialogico tra i personaggi si dipanano sentimenti complessi e inattesi, con colpi di scena degni di un film.

I due uomini, apparentemente diversi, nel tempo si scopriranno molto simili, intrappolati nella ragnatela del potere e profondamente soli.

La loro storia personale, intensa e delicata al tempo stesso, si intreccia con quella politica per un epilogo drammatico.

Pubblicato nel 1976, venne adattato per il grande schermo 9 anni dopo, con William Hurt che interpreta Molina vincendo addirittura l’Oscar.

Lo consiglio a chi cerca un romanzo emozionante e non usuale. Lascia il segno, provare per credere.

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