Letture poco concilianti

A cura di Zar@

Certi libri non puoi leggerli per conciliare il sonno.
A me succede con quelli che utilizzano un linguaggio implicito, indiretto, che prospettano situazioni indefinite nella descrizione degli eventi e delle emozioni.

Narrazioni che si interrompono un attimo prima che capiti il peggio, ma che ti fanno percepire tutta la tensione, come se fossi là, come se fossi tu, come se non avessi scampo.
Non insistono sul macabro o sul sordido, lo prospettano senza dettagliarlo, pare che censurino o che vogliano proteggerti, alleggerire, invece caricano il lettore di tensione finché questa non diventa una seconda pelle. E quando il libro è ormai chiuso e non può più nuocere, la tua mente lavora ancora, persiste nell’angustiarsi.
Mi sono fatta un’idea a riguardo.
Le descrizioni dettagliate, il linguaggio diretto, nudo e crudo, ti pongono davanti alle scene più cruente, sordide e inquietanti, te le rappresentano per quelle che sono, senza possibilità di scampo.

Proprio per questo sono in un certo senso più rassicuranti. La realtà che ti raccontano, per quanto terribile o angosciante, è infatti quella e non può essere nient’altro. Le emozioni durante la lettura raggiungono l’apice, scaricandosi su una situazione precisa, per poi scemare come in una sorta di catarsi. La realtà è contingente, circoscritta, definita.

La possibilità invece è sempre aperta. Una minaccia indefinita e incombente, angosciante. Saper cosa ti aspetta non è come non saperlo.

Una descrizione meno dettagliata e un linguaggio più velato, indiretto, aprono un universo di possibilità per la mente, la quale non si arresta alla realtà delle cose come ad un approdo sicuro. Un approdo certo, per quanto terrificante, è più rassicurante di nessun approdo o di tutti gli approdi del mondo. L’ansia non è mai alimentata da una situazione reale, bensì da una possibile. Dalle possibilità che la mente si prospetta.
Naturalmente molto dipende dall’abilità dello scrittore.

La stessa cosa vale per emozioni positive, come la compassione, la tenerezza, l’eccitazione. Ci sono scrittori che sanno emozionare lasciando al lettore quel senso di insoddisfazione che è la chiave di tutto. Il motore umano per eccellenza.
Immaginiamo dunque siamo.

 

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