Incontro con la solitudine: racconto in progress…

A cura di Zar@

Non so dire quando è stato il momento preciso in cui ho preso coscienza di questa mia diversità, forse non c’è stato. Forse l’ho sempre percepita, fin da bambina, negli sguardi straniti e nelle parole dette o non dette delle persone intorno. Viviamo circondati di specchi, non riconoscersi è impossibile.

Diversa, poi. Come se diversi non lo fossimo un tutti, ognuno con il proprio personalissimo assetto biologico e con il proprio vissuto.

Tuttavia c’è sempre chi è un po’ più diverso. Lo riconosci perché si isola volontariamente prima che venga isolato dagli altri. Si premunisce con la solitudine nei riguardi della solitudine.

Sì, perché c’è solitudine e solitudine. Per esempio c’è quella scelta e quella subita. Distinguerle è obiettivamente impossibile. Nondimeno ci si consola nell’illusione, nella menzogna della sua anticipazione volontaria.

Una volta sposata, la solitudine è per sempre.

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