A cura di Zar@
Ecco è arrivato anche il primo ponte dopo le vacanze estive. Occasione ghiotta per staccare un po’ la spina.
In giro macchine e persone, calma di festa il primo e frenesia da shopping il due. Mi lascio coinvolgere anch’io. Me ne vado per strade e negozi, con la calma dei passi di chi non ha, per una volta, i minuti contati. Vedo persone altrettanto rilassate, sorridenti, famiglie con bambini, anziani sornioni.
I fiori nelle loro mani, mi riportano col pensiero a chi non c’è più. Immediatamente la calma si fa riflessione e le vetrine diventano meno interessanti. Vivo l’attimo dell’oggi pensando al domani in cui non sarò più. Chissà se qualcuno mi rivolgerà un pensiero. Non ho marito né figli e genitori anziani. Un solo fratello che non vedo da anni.
Qualcuno si ricorderà di me? Anche solo per un attimo, in questa giornata in cui è d’obbligo ricordarsi dei propri cari defunti. Temo di no, non è un tarlo da poco la solitudine.
Cerco di non pensarci, di tornare a quel paio di stivali. Ma le scarpe non non pensano, non ricordano, non scaldano il cuore. Scaldano a malapena i piedi.
La verità è che non possiamo riempire di cose i nostri vuoti di affettività. Non possiamo riempirli di lavoro o di vacanza, di shopping o di concomitanza nel percorrere strade e negozi.
Improvvisamente mi manca il mio ufficio, il computer e l’occhio destro arrossato. Il capo e le sue bizzarrie. La collega logorroica.
E mi mancano la cugina Claudia e la zia Serafina. Da quanto tempo non le sento!
Il contatto umano è la nostra vera spina. Quella che ci alimenta di vita sensata e piena.
Il resto è noia e superficie. Attimo transeunte. Un passare leggeri sulla terra. Un presente senza domani.