Quanto siamo smemorati? La Shoah come monito per la nostra leggerezza che rischia di diventare complicità

A cura di Gina Pola

Come ogni anno la Giornata della memoria è trascorsa tra eventi dedicati al dramma della Shoah dai media e dalle istituzioni, nella commossa ricostruzione di ciò che fu. Non sono mancate le testimonianze dirette, toccanti, dei sopravvissuti e i film che hanno raccontato al grande pubblico questa pagina durissima della nostra storia.

Come ogni anno abbiamo ricordato, con un occhio al presente, nella vigile consapevolezza della banalità del male, persino del male assoluto, che la Arendt ci ha descritto come terribilmente alla portata di tutti. Annidandosi nell’indifferenza e nutrendosi della deresponsabilizzazione collettiva che caratterizza la società moderna, iperconnessa eppure atomistica come non mai. La globalizzazione dell’indifferenza, più volte denunciata dallo stesso Papa Francesco, non rappresenta certo un antidoto sicuro contro l’odio e l’intolleranza verso le minoranze e le culture altre.

Al contrario spiega tanta di quella smemoratezza che ogni anno si lamenta, in questa occasione, puntando il dito contro revisionisti e negazionisti, che sono ancora troppi in tutto il mondo.

Non stupisce che persone che non riescono più a indignarsi per l’ingiustizia e la diseguaglianza sociale in questa o in altre parti più svantaggiate del mondo, siano indifferenti nei riguardi di chi ha vissuto sulla propria pelle una tragedia immane, al punto da negarla. Non stuoisce che non sentano odore di complicità in questa deresponsabilizzazione che nasce da una memoria zoppicante o assente. Del resto nel mondo sono ancora tante le situazioni drammaticamente inaccettabili, dalle guerre, allo sfruttamento del lavoro, alla povertà estrema, all’inquinamento, alla disumanizzazione dell’uomo, legati agli interessi di pochi che hanno in mano le sorti di tutti. Questi ultimi si rendono facilmente complici pensando semplicemente che così va il mondo e non ponendosi più interrogativi etici, diventati un inutile ingombro, da spazzare via a colpi di presunto progresso.

Oggi più che mai occorre ricordare, guardare al passato per non smarrirsi in questo presente confuso e inconsistente, che ci rende tutti complici, piaccia o no, di cose grandiose e al tempo stesso infime e crudeli. Sbagliate. Esiste ancora una differenza tra bene e male e non tutto è relativo. Lo è oggi più che mai. Non dimentichiamolo. Non dimentichiamo.

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