Il complesso della migrazione

Redazione

Amiche e amici, come sapete le nostre riflessioni non intendono fossilizzarsi sul presente, dando risalto all’attimo, in una continua rincorsa al tema del giorno. Preferiamo seguire lo scorrere degli eventi a modo nostro, con i nostri tempi. Per questa ragione scriviamo quando ci va e di ciò che stuzzica le nostre menti e accende le nostre fantasie. Senza forzature.

Ci sono questioni aperte da un’infinità di tempo, come quella delle migrazioni dai Paesi più poveri e tormentati del mondo. Niente di nuovo sotto il sole, perché l’uomo si muove da sempre e la staticità è una condizione ben più innaturale del movimento. La vita è movimento e mutamento e talvolta lo richiede per poter andare avanti. Tuttavia le polemiche sono la sola cosa che riusciamo a partorire di fronte a questo fenomeno non nuovo. Le tragedie e le polemiche sono una costante, mentre le soluzioni non arrivano e sembra tutto talmente complesso da essere ingestibile. Ma sarà davvero così? Quale contributo può offrire ognuno di noi? Questioni complesse, soprattutto perché non si ha nessun interesse a semplificarle.

Quella che pubblichiamo è una riflessione di una nostra amica, che ha il sapore amaro dello sfogo. Contro l’ingiustizia e l’ipocrisia: condizioni umane, troppo umane. Buona lettura.

Cutro o non Cutro, un mondo che chiude le porte agli affamati e agli oppressi, dopo averli affamati e oppressi, che pretende che uno Stato da solo si faccia carico dell’intero continente africano, che ha tanto denaro da ributtarne dagli occhi ma non un soldo di cuore, perennemente in guerra contro se stesso, che ha ancora gli schiavi e i padroni, è forse l’unico mondo possibile per un essere come quello umano. Quello che lo rispecchia nella sua vera essenza o natura. Insieme alla retorica dei tg, della politica, alle organizzazioni benefiche, ai collettivi, a Stocazzo.


I fiori dell’eccezione, piccoli gesti individuali di solidarietà nei riguardi del prossimo, sono solo erbacce infestanti, che nascono per caso, nel grande prato verde dell’amore e dell’odio coltivati. Coltivati per il tornaconto di qualcuno.

Il tornaconto personale è il principale motore dell’uomo. Questo mondo è il nostro specchio, ci rimanda indietro le polemiche che puntualmente accompagnano ogni tragedia. Guardiamoci bene in faccia, siamo noi.

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